Il Teatro delle Ariette a Parigi
La “Cucina-Teatro” delle Ariette è molto amata in Francia (e non solo) e la ragione di questo successo, come hanno sottolineato diversi critici, sta nella loro concezione di teatro: un teatro “comunitario”, che passa attraverso la condivisione di un momento in cui ci si emoziona insieme, si dimentica di essere spettatori e ci si ritrova “a casa”.
Anche l’Istituto Italiano di Cultura di Parigi si è affezionato al Teatro delle Ariette: dopo aver ospitato lo storico e fortunato spettacolo Teatro da mangiare?, l’Istituto rinnova l’invito dedicando alle Ariette uno speciale spazio nella propria programmazione.
La compagnia presenterà in prima nazionale francese due spettacoli: Trent'anni di grano. Autobiografia di un campo, in scena dal 18 al 21 febbraio, e Noi siamo un minestrone [Imagine], dal 25 al 28 febbraio.
Trent'anni di grano, presentato per la prima volta a Matera Capitale Europea della Cultura 2019, è un diario di vita quotidiana dell'estate 2019, la trentesima estate vissuta dagli attori-contadini Paola Berselli e Stefano Pasquini alle Ariette, il loro piccolo podere sulle colline bolognesi. Qui coltivano il grano e fanno il pane, non per venderlo, ma per mangiarlo ogni giorno e condividerlo con gli spettatori che incontrano durante gli spettacoli.
Il racconto del grano è intessuto nel racconto del nostro presente, con le sue contraddizioni, le intolleranze non solo alimentari, il rapporto con la terra, gli animali, le piante e gli uomini, il rapporto con la società nella quale tutti noi viviamo.
Anche Noi siamo un minestrone [Imagine] vuole creare un legame di prossimità con lo spettatore. «Più che uno spettacolo meglio pensarlo come un incontro, un pezzo di tempo, un’ora di tempo vissuta poeticamente cercando quello che c’è prima delle parole e quello che resta dopo che sono state pronunciate e dimenticate», leggiamo nelle note di regia.
«Come il minestrone siamo fatti di acqua. Siamo più di un miscuglio di forme, di specie, di generi. Noi siamo relazione. (…) La relazione cambia le cose. Acqua e farina, nell’incontro, perdono le rispettive identità e ne trovano una nuova chiamata pane. Carote, patate, bietole e zucchine fanno lo stesso. Si incontrano in una pentola, dentro l’acqua che bolle, non saranno mai più quello che erano prima, ne conserveranno solo un ricordo».
Entrambi gli spettacoli saranno presentati nelle due versioni, italiana e francese.