Stati Uniti – Première americana di “DÖKK” dello studio fuse*
Dökk è una performance multimediale che racconta un viaggio attraverso una sequenza di paesaggi digitali in cui la percezione dello spazio e del tempo viene alterata.
La parola Dökk è islandese, e significa ‘buio’. Come spiega fuse*, in alcune culture l’assenza di luce può essere interpretata come una metafora della vita terrena e della percezione della realtà rappresentata come l’ombra di una luce che non si può vedere ma di cui si può solo intuire l’esistenza. Partendo da questo concetto, è stata sviluppata la narrazione attraverso la creazione di dieci stanze che formano un percorso circolare in cui la fine coincide con un nuovo inizio.
Il progetto è frutto di tre anni di lavoro ed il risultato è un’opera che stimola un senso di empatia e trasmette due concetti fondamentali: la sincronicità e l’imprevedibilità dell’esistenza umana.
Per ottenere questo risultato, fuse* ha sviluppato un sistema capace di elaborare sul palcoscenico il risultato della stretta interazione tra diversi dati generati in tempo reale: l’analisi del suono, il movimento della performer, il suo battito cardiaco e l’analisi sentimentale dei contenuti condivisi sui social network.
La combinazione di questi dati fa in modo che ogni messa in scena assuma forme sempre diverse ed uniche perché frutto della casualità e dell’imprevedibilità delle informazioni analizzate.
La performance, ‘Special Mention‘ al German Design Award 2019, viene presentata per la prima volta negli Stati Uniti a San Francisco (presso Herbst Theater, 401 Van Ness Ave.) nell’ambito dell’edizione americana di MUTEK international festival of digital creativity.