Stati Uniti – La compagnia Dewey Dell in residenza al Macalester College
Dal 12 al 23 agosto, la compagnia Dewey Dell è in residenza al Macalester College di Saint Paul, in Minnesota, su invito del Dipartimento Teatro e Danza.
La residenza comprende un workshop intensivo per gli studenti e la rappresentazione pubblica della performance I’ll do, I’ll do, I’ll do, l'ultima creazione della compagnia.
Per migliorare lo studio del teatro, il Macalester College promuove ogni anno un programma di residenze in collaborazione con il Tofte Lake Center di Ely, con artisti ospiti nazionali e internazionali.
A Saint Paul, la Compagnia incontrerà gli studenti del Dipartimento Teatro e Danza in due giornate introduttive di preparazione presso il Macalester College, cui seguirà un workshop intensivo presso il Tofte Lake Center a Ely, dal 15 al 21 agosto.
La residenza si conclude il 23 agosto con la rappresentazione pubblica dello spettacolo I'll do, I'll do, I'll do, presso il teatro del Macalester College.
I'll do, I'll do, I'll do, l’ultima creazione di Dewey Dell, è una coreografia “che tesse le trame di un sabba immaginato”.
Dopo aver esplorato, con la performance Hamlet, il concetto di corporeità nei riti di possessione, cioè la visita di una entità divina dentro un essere umano, qui la ricerca corografica si concentra sull’estasi, che, al contrario, è un viaggio di ascesa celeste o di discesa infernale fuori dal corpo.
“La performance affonda le radici su un’idea di "corpo in spirito", che è un viaggio dell’anima fuori dal corpo dell’essere umano. Dalla ricerca di un corpo ubiquo, allo stesso tempo presente e assente, presente in un mondo reale e visibile, ma anche presente in un mondo invisibile e non reale, nasce l’idea del movimento che fonda questo lavoro. (…) Un’altra grande ispirazione per questo lavoro sono stati gli studi di Carlo Ginzburg sulle testimonianze nei processi dell’Inquisizione su casi di stregoneria, in cui appare la costante del "volo in spirito" (…), che Ginzburg collega a sua volta ad antichi riti sulla fertilità della terra. Per noi era molto interessante questo rapporto tra l’idea di fertilità, ma anche di femminilità, legata ad un’assenza di corpo, a una trascendenza al corpo.”
(da un’intervista alla coreografa e danzatrice Teodora Castellucci)
La tournée è realizzata con il sostegno di ATER Fondazione.