I rapporti familiari sono i primi con i quali ci confrontiamo e la dimensione domestica è il nostro punto di partenza per quell'avventura chiamata vita.
Il significato della nostra esistenza è quindi inerente a quelle relazioni e a quei luoghi.
Nel mondo romano, i
lares erano divinità che assicuravano protezione e fortuna alle famiglie a cui appartenevano. A loro veniva dato un posto d'onore nel cuore della casa, in un altare speciale, il larario. E’ una pratica vicina a quella che si incontra nei quartieri del centro di Napoli, nelle edicole votive presenti nei vicoli. Lo scopo di questo lavoro non è solo quello di mettere in relazione queste tradizioni, ma di collegarle effettivamente, demolendo in sostanza i secoli che le separano. La storia e la cultura sono valori alternativi e positivi che possono sanare le ferite create dalla camorra o da vite difficili. I lari della collezione del Museo da me scelti, conservati nei depositi del Museo Archeologico e dimenticati o feriti come le persone con le quali li ho associati, diventano oggetti fotografici tridimensionali temporaneamente collocati nelle edicole votive dei Quartieri Spagnoli, del Rione Sanità, di Forcella e di Mercato. Ho anche creato larari contemporanei, delle teche nelle quali i ricordi delle persone commemorate potessero essere ulteriormente condivise. Infine, in un ulteriore atto di connettività, i
lares contemporanei, collocati inizialmente solo temporaneamente negli altari della Napoli contemporanea, sono stati consegnati alle comunità o famiglie che ne hanno cura. Si spera che rimarranno permanentemente là per portare la loro
bona fortuna direttamente dall'antica Roma. Questa azione performativa finale è stata documentata da un video.
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video e catalogo della mostra.